L’esigenza assistenziale sanitaria in Italia, considerata l’età demografica, è fortemente in crescita.
Perché investire proprio in RSA?
A metà strada tra l’investimento immobiliare classico e un investimento in infrastrutture (i cosiddetti real assets) quello nelle RSA è sicuramente una tipologia che ha visto incrementare i capitali di origine istituzionale, che si vedono garantiti dei flussi di cassa sostenibili a lungo termine e non correlati all’economia in generale (avendo l’attività sociosanitaria una costanza temporale nell’esigenza di servizi dai suoi stessi fruitori, indipendente dai cicli economici), con un basso livello di rischio e potendo tra l’altro offrire un’opportunità di investimento in attività a carattere sociale.
In Italia il sistema sanitario copre infatti, con i convenzionamenti, il pagamento delle rette di degenza degli assistiti, lasciando ai privati una quota residua, di quelle che in gergo sono chiamati “solventi”.
Un’altra caratteristica degli investimenti immobiliari in questa asset class è che subisce poco le differenziazioni di rendimento in base alla localizzazione geografica. Infatti, il driver principale che determina il quoziente prezzo/rendimento in una struttura RSA è la preponderanza di posti convenzionati con il sistema sanitario locale sul totale dei posti autorizzati della struttura stessa, non tanto di dove si trovi la struttura. Altro elemento discriminante il quoziente prezzo/rendimento è l’aggiornamento delle strutture, il loro stato manutentivo e la disponibilità di dotazioni interne moderne.
In media il tasso di rendimento lordo a cui si acquista oggi una struttura di RSA, con una rilevante quota di posti convenzionati con le aziende sanitarie locali, varia oggi in media tra il 5,50% e il 7,5%.
Il futuro di questa asset class immobiliare sarà sicuramente connotato da una forte crescita degli investimenti, che dovranno soddisfare la crescente domanda legata all’invecchiamento della popolazione.
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