Con la sentenza 5642/2023 il Consiglio di Stato ha stabilito che le condotte omissive dell’Amministrazione nel rilasciare l’autorizzazione sanitaria a un soggetto privato non solo violano le disposizioni regolamentari in materia autorizzativa, ma anche le norme a tutela della concorrenza e del mercato.
Secondo i Giudici, quelle poste in atto dalla Regione costituiscono “una serie di condotte risultate per tabulas omissive e dilatorie, in quanto non giustificate da alcuna necessità istruttoria, che conducono a ritenere sussistente la responsabilità colpevole dell’Amministrazione per il ritardo, stante la palese violazione delle norme interne che regolano il procedimento teso all’emanazione del provvedimento richiesto (….), sia di quelle poste a tutela della concorrenza (…)”.
Più esattamente, ritardare senza giustificazione il rilascio dell’autorizzazione sanitaria significa di fatto bloccare o restringere illegittimamente l’offerta di prestazioni sanitarie sul libero mercato concorrenziale e al di fuori delle ipotesi di convenzionamento con il SSN.
Tale ritardo ha causato un danno alla Società sia a titolo di danno emergente in ragione degli ingenti investimenti posti per allestire la struttura sanitaria, sia a titolo di lucro cessante in ragione del mancato avvio dell’attività imprenditoriale.
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